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Blood of Zeus: recensione delle prime due stagioni  

by Redazione

Dall’8 maggio 2025 è disponibile su Netflix la terza e ultima stagione di Blood of Zeus, un anime originale della suddetta piattaforma di streaming rilasciato per la prima volta il 20 ottobre 2020 (mentre in Italia è arrivato una settimana dopo). La seconda stagione sembrava invece una chimera, ma fortunatamente dopo quasi quattro anni di attesa è stata rilasciata sempre su Netflix, il quale stavolta ci ha fatto stare meno sulle spine, visto che il gran finale è stato distribuito esattamente a un anno di distanza dalla seconda parte.Ma cosa è successo nei primi 16 episodi di questa serie creata da Charley Parlapanides e Vlas Parlapanides (sceneggiatori di Immortals, un altro prodotto legato alla mitologia greca) e curata dalla Powerhouse Animation Studios (lo stesso di Castlevania)? Eccone un riassunto oltre che una loro analisi, con naturalmente al suo interno qualche spoiler.

Heron, l’eroe della serie.

Stagione 1

La sinossi

Un mondo antico, che ha già conosciuto la malvagità dei titani e dei giganti, sta per essere invaso ora dalla furia dei demoni e questa volta tocca agli uomini di buona volontà occuparsi della questione, dato che gli dei da qualche tempo hanno deciso di non intromettersi più in certe faccende, per non rendere gli esseri umani troppo dipendenti dalle loro capacità. Tra coloro disposti a lottare per la salvezza dell’umanità, c’è l’arcontessa (e guerriera amazzone) Alexia, che nel primissimo episodio di questa serie sta inseguendo proprio un gruppo di demoni capeggiati dal potente Seraphim. Per sfuggire al massacro, questi oscuri esseri si nasconderanno in una non piccola polis e verranno presto a contatto con Heron, il principale protagonista di questa storia. Un ragazzo con doti fisiche fuori dal comune, che ancora non sa di essere uno dei tanti figli illegittimi di Zeus. Per aiutare lui e sua madre Electra a sopravvivere a questa minaccia, il re degli dei lo aiuterà in tutti i modi possibili, provando a non farsi scoprire dai suoi simili sul monte Olimpo. Un’impresa non facile, dato che sua moglie Era da tempo è a conoscenza del tradimento e sta cercando Heron e sua madre per ottenere la sua vendetta a tale affronto. 

Zeus, re dell’Olimpo.

L’analisi

Come specificato dai titoli di testa del primo episodio, Blood of Zeus ha cercato fin da subito di raccontare una nuova versione dei miti greci, dato che gli stessi racconti originali sono spesso e volentieri giunti fino a noi incompiuti o in più versioni, per il semplice fatto che per secoli sono stati tramandati solamente per via orale. Ma nonostante sia una produzione Netflix, questo nuovo anime non è in alcun modo irrispettoso del materiale originale. Siamo solo di fronte a delle storie nuove, con qualche personaggio inedito come Heron, sua madre e i suoi compagni di avventura, ma con tante divinità presenti nella mitologia originale che hanno sostanzialmente mantenuto le loro caratteristiche fondamentali e la loro iconografia.

Oltre ai nuovi personaggi, la più grande innovazione riguarda la rappresentazione di Zeus: il re dell’Olimpo è sempre stato un Don Giovanni (o meglio un fedifrago incallito) e per quel che riguarda la mitologia originale, non si è mai curato della sorte dei suoi figli nati al di fuori del matrimonio con donne mortali, eccezion fatta per Eracle. Una cosa nel mondo dell’audiovisivo già rivoluzionata quando abbiamo visto i film su Perseo, aiutato da Zeus nella sua missione per uccidere Medusa, che qui viene riproposta con Heron. Ma non è solo questo maggiore spirito paterno a rendere originale lo Zeus di questa serie Netflix. Il dio dei fulmini non solo non aveva minimamente a cuore i sentimenti di Era, ma neanche delle altre donne con cui la tradiva. La sua era solo lussuria e nulla più. In questa serie la situazione è già molto diversa: durante la Gigantomachia vediamo uno Zeus ancora sinceramente innamorato di Era, così come è vero amore quello tra lui e la mortale Electra, per il semplice fatto che oltre a proteggerla in ogni modo possibile, è stata l’unica donna mortale a cui ha rivelato la sua vera identità.

Electra, madre di Heron.

Decisamente ben riuscita anche la scrittura del personaggio di Heron: il suo percorso per diventare un vero eroe è molto affascinante, perché le sue avventure ricordano molto quelle di Arkantos nel videogioco Age of Mithology, mentre la sua crescita personale è molto disneyana, poiché diventerà degno dell’Olimpo quando metterà da parte la rabbia e guarderà dentro il suo cuore. I rimandi al capolavoro d’animazione Disney del 1997 sono presenti in maniera puramente introspettiva, perché Blood of Zeus non si risparmia minimamente in quanto a violenza, in una serie di combattimenti cappa e spada con tanto di sangue e organi in bella vista ogni volta che viene affondato un colpo, dato che la guerra contro i demoni e i ribelli capeggiati da Era e Seraphim promette fin da subito scintille. 

Stagione 2

La sinossi 

I giganti e i demoni che hanno tentato di conquistare l’Olimpo al termine della prima stagione sono stati completamente sconfitti, anche se a duro prezzo. Tra le tante divinità cadute nella battaglia c’è anche Zeus, che si è sacrificato per salvare la vita ad Era, la quale a un certo punto ha mostrato pentimento per il suo tradimento. Ora al dio del tuono tocca il giudizio dei re degli Inferi, mentre l’Olimpo ha bisogno di un nuovo sovrano. La decisione spetta a Gaia, che concederà questo titolo alla divinità che dimostrerà di essere degna di custodire la pietra Eleusina. Sarà una sfida leale?

Ade, dio degli Inferi.

L’analisi

La risposta a questa domanda era stata in qualche modo anticipata in occasione dell’ultimissima scena della prima stagione, con l’entrata in scena di Ade, il famigerato dio degli Inferi, che stava proponendo un destino più benevolo al defunto Seraphim in cambio dei suoi servigi. Se Ade aveva bisogno di trattare con un demone ormai in viaggio verso l’Oltretomba, il motivo viene spiegato invece nel primo episodio della seconda stagione. Ade aveva tentato di rubare la pietra Eleusina proprio durante la guerra scatenata da Era. Zeus aveva immaginato che qualcuno, durante quella confusione, potesse intrufolarsi nel tempio e sottrarre il prezioso diamante, incaricando così sua sorella Estia e sua figlia Atena di recuperarlo e poi consegnarlo alle potenti mani di Gaia. Nonostante qualche difficoltà, le due dee sono riuscite a portare a termine l’impresa e, con la pietra Eleusina ormai al sicuro nel regno nascosto, a Ade serviva qualcuno con il sangue di gigante per poterla rubare senza essere implicato direttamente. Seraphim è uno con queste caratteristiche, ma deve voler collaborare… il demone non vuole più essere una pedina e se la paura del dolore eterno non basta per persuaderlo, a Ade non resta che una cosa: essere sincero. Il dio degli Inferi comincerà a raccontare a Seraphim non solo come è finito a regnare in questo mondo maledetto che lo ha pian piano avvelenato fisicamente e mentalmente, ma anche di come tante cose siano cambiate il giorno in cui si è innamorato.

In Blood of Zeus il matrimonio tra Ade e Persefone non è basato sul rapimento, ma è frutto dell’amore più puro e sincero. Una sceneggiatura che ci ricorda quanto possa essere brutto per un uomo vivere continuamente in solitudine, di quanto sia difficile sperare in un futuro migliore per via di come pensi di apparire costantemente agli occhi degli altri. Un pensiero più che giustificato per quel che riguarda Ade, che fortunatamente ha trovato in Persefone una creatura dalla mente aperta. L’esatto contrario di sua madre Demetra, la vera antagonista di questa seconda stagione.

Se nella prima avevamo già visto personaggi femminili più che interessanti come Era, Electra e Alexia, nella seconda stagione ne abbiamo dunque di nuovi e scritti in maniera ancor più encomiabile: le già citate Demetra, Persefone, Estia, Atena e Gaia, a cui si aggregano anche Ecate, Iride, la Sfinge e soprattutto Gorgo, la sacerdotessa capace anche lei grazie all’amore di cambiare il destino di un essere intriso di oscurità.

Persefone e Ade.

Il doppiaggio italiano

Quattro anni sono tanti anche per il doppiaggio italiano e quindi può succedere che dopo tutta questa attesa possa avvenire qualche cambiamento, ma in questo caso sembrano riguardare solo la direzione, che è passata da Bruna Tomaselli ad Angelo Lofari. I dialoghi sono stati affidati nuovamente a Linda Barani, così come sembra invariato il cast artistico di questa serie anime, davvero lungo e variegato, dato che comprende professionisti del calibro di: Flavio Aquilone (Heron), Stefano Alessandroni (Zeus), Sabrina Duranti (Era), Ambrogio Colombo (Elias), Riccardo Scarafoni (Seraphim), Maria Giulia Ciucci (Alexia), Beatrice Margiotti (Electra), Gabriele Lopez (Evios), Gabriele Sabatini (Kofi), Fausto Tognini (Ares ed Efesto), Alessandro Ballico (Re Peliandro e Poseidone), Roberto Fidecaro (il centauro Chirone), Matteo Costantini (Apollo), Alberto Franco (Ermes), Michela Alborghetti (Ariana), Stefano Macchi (Ade), Irene Di Valmo (Demetra), Sara Ferranti (Persefone), Mirta Pepe (Gaia) Mattea Serpelloni (Atena), Francesca Rinaldi (Iride), Alessandra Chiari (la Sfinge), Dario Oppido (il gigante spezza-alberi).

Con un finale ancor più aperto e rocambolesco rispetto alla prima stagione, non resta altro che guardare su Netflix gli ultimi otto episodi a partire da giovedì 8 maggio 2025.

VALERIO BRANDI

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