Home Film Lilo & Stitch: la recensione

Lilo & Stitch: la recensione

by Redazione

Tempi difficili per le sorelle Pelekai, native e residenti in un’isola delle Hawaii. Dopo l’improvvisa scomparsa dei loro genitori, Nani (Sydney Elizabeth Agudong) ha dovuto rinunciare all’università per badare alla piccola Lilo (Maia Kealoha). Quest’ultima soffre particolarmente questa brutta situazione. Non solo sente inevitabilmente la mancanza di mamma e papà, ma a scuola viene costantemente bullizzata dalle sue coetanee. Ha bisogno più che mai di un vero amico e, dopo una preghiera, viene letteralmente ascoltata dalla stella dei desideri, che manderà qualcuno in suo aiuto… direttamente dallo spazio! Un alieno simile a un koala si schianta sulla Terra dopo essere fuggito dal suo malvagio creatore e per non essere nuovamente catturato dagli alieni giunti sul nostro pianeta, si finge un cane per farsi adottare proprio dalla piccola Lilo. Nonostante le stranezze e l’opposizione di Nani, Lilo è entusiasta e lo ribattezza con il nome Stitch. Ma quanto durerà questa particolare convivenza?

Stitch e Maia Kealoha (Lilo).

Forse questo nuovo remake live action Disney non metterà d’accordo tutti (ma del resto, quando è mai successo nella storia del cinema?) e magari non sarà un grande successo al botteghino (l’ultimo lungometraggio di questo filone a superare il miliardo di dollari è stato Il re leone del 2019), ma una cosa è invece inconfutabile: è il rifacimento più fedele con attori in carne e ossa di un classico Disney, forse anche più di Aladdin di Guy Ritchie. Anche se siamo di fronte all’ennesima storia di fantasia (gli alieni sulla Terra al momento restano al massimo una leggenda metropolitana), la Disney non si è sentita in dovere di cambiare l’etnia dei personaggi originali, anche perché queste licenze poetiche non sembrano applicarsi alle storie di ambientazione extraeuropea (stesso discorso applicato anche per Aladdin e per Mulan del 2020, solo che nel caso del film di Niki Caro la sceneggiatura era completamente diversa da quella del film del 1998). Una fortuna per coloro che non sono mai stati contrari ai live action di un datato film d’animazione (o di un fumetto), perché è anche questo il bello delle immagini in movimento: dare nuova vita a una vecchia magia. L’importante è che ci sia fedeltà, nella narrazione e nell’iconografia dei personaggi, altrimenti non è un rifacimento, ma un’opera del tutto diversa ingiustamente chiamata con il nome originale.

Billy Magnussen (Pleakley) e Zach Galifianakis (Jumba).

In Lilo & Stitch di Dean Fleischer Camp tutto questo è stato dunque rispettato. Oltre a un casting molto accurato, diverse scene (così come i dialoghi) sono state riprodotte in maniera identica al film del 2002, ma al tempo stesso non siamo di fronte a un’operazione alla Psycho di Gus Van Sant. In altri termini, Lilo & Stitch non è un copia e incolla dell’originale, perché comunque le differenze ci sono (e le vedremo tra poco) e soprattutto perché è stato in grado di aggiungere delle ottime novità, come il personaggio della vicina di casa Tūtū (Amy Hill). Tornando alle differenze, alcune funzionano, altre meno.

Rispetto all’originale il Dottor Jumba Jookiba e l’Agente Pleakley non si infiltrano tra gli abitanti delle Hawaii indossando semplicemente degli abiti terrestri, ma cambiano proprio il loro aspetto con una tecnologia per apparire come degli esseri umani a tutti gli effetti. Una scelta che riduce la sospensione di incredulità del film del 2002, che ci consente di veder recitare completamente Billy Magnussen (Road House, 2024) e Zach Galifianakis (Alan nella trilogia di Una notte da leoni) e forse attuata per motivi di budget, perché la CGI di livello ha naturalmente il suo costo. Forse è per quest’ultimo motivo che il personaggio del Capitano Gantu è stato completamente tagliato. Fortunatamente le scene d’azione e l’atto finale funzionano anche senza la sua presenza.

Amy Hill (Tūtū) e Courtney B. Vance (Cobra Bubbles).

Discorso diverso per il personaggio di Cobra Bubbles, forse l’unica vera nota negativa di questo lungometraggio. Anche se Courtney B. Vance è un grandissimo attore, non ha molto il physique du rôle del personaggio animato, che aveva la voce originale (e la somiglianza naturalmente) di Ving Rhames. Si poteva dunque richiamare proprio la stella della saga di Mission: Impossible, oppure scegliere un attore più prestante (e inquietante), come Lester Speight (Calvin Scott nella sitcom Tutto in famiglia). Ma a non convincere soprattutto è aver annunciato la vera identità del personaggio proprio nella sua primissima scena, mentre nel 2002 tutto questo veniva ufficializzato proprio nelle battute finali.

In compenso nella versione italiana ha la voce di Paolo Buglioni, che aveva doppiato il personaggio proprio nel 2002. Rispetto a 23 anni fa è tornato anche il direttore del doppiaggio Leslie La Penna, mentre a doppiare il piccolo alieno protagonista è Paolo De Santis, come nella serie anime del 2008. Anche il resto dei personaggi è fortunatamente doppiato da soli professionisti del settore, un altro motivo per cui Lilo &Stitch del 2025 è un lungometraggio degno di essere visto e apprezzato rispetto a molti altri del recente passato. Stiamo parlando di Luna Tosti (Lilo), Chiara Fabiano (Nani), Davide Perino (Agente Pleakley), Roberto Stocchi (Dottor Jumba Jookiba), Mirta Pepe (Tūtū), Cristian Vespe (David Kawena), Eleonora De Angelis (la signora Kekoa) e Laura Romano (Presidentessa del Consiglio alieno). I testi italiani delle canzoni sono di Lili’uokalani e Ermavilo, mentre la direzione musicale è di Ermavilo e Virginia Brancucci.

Lilo & Stitch è al cinema da mercoledì 21 maggio, distribuito in Italia da The Walt Disney Company Italia.

VALERIO BRANDI

You may also like

Leave a Comment

* By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More