Dopo essere scampato all’ennesimo “incidente aereo”, il tycoon di fama internazionale Zsa-zsa Korda (Benicio Del Toro) ha preso un’importante decisione: nominare sua figlia Liesl (Mia Threapleton) erede universale del suo patrimonio. La ragazza accetterà? I due non si vedono da anni e Liesl è una novizia in procinto di diventare suora, quindi la sua vocazione non le consentirebbe di accettare questa proposta. Ma Korda sa essere convincente, così la giovane decide di diventare la sua “erede in prova”, accompagnandolo nella sua missione più importante. Il magnate prima di morire vuole veder realizzata la trama fenicia, ossia lo sfruttamento di una regione potenzialmente molto redditizia, ma attualmente inutilizzata. Un progetto che richiede un enorme sforzo economico, così Korda in questo viaggio dovrà convincere amici e parenti ad aiutarlo. Riusciranno i due familiari insieme al precettore Bjorn (Michael Cera) a portare a termine questo arduo compito?

Presentato per la prima volta il 18 maggio 2025, in occasione della 78ª edizione del Festival di Cannes e distribuito in Italia al cinema una decina di giorni dopo grazie a Universal Pictures, La trama fenicia è il film ideale per coloro che hanno amato in passato e continuano ad amare lo stile di Wes Anderson, non curandosi troppo della sua eventuale ripetitività. In attesa di un nuovo lavoro in stop-motion o di un qualcosa del tutto nuovo, sappiamo che il regista premio Oscar 2024 per il miglior cortometraggio ama mostrarci questo, quando ad essere protagonisti sono esseri umani in carne e ossa. Un ricco cast di attori e attrici di assoluto livello (e non potevano mancare alcuni dei suoi fedelissimi, come Bill Murray, Jeffrey Wright e Willem Dafoe) che interagisce in scenografie artigianali e pittoresche (sia a colori che in bianco e nero), per raccontarci una storia formativa attraverso un’ironia piena di assurdità, ma comunque ricercata e pulita.
La trama fenicia non è il film più politico di Wes Anderson (questo titolo forse spetta ancora a L’isola dei cani), ma da questo punto di vista è un esperimento sicuramente più riuscito rispetto a The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun e Asteroid City.

Il personaggio di Korda fa pensare subito a Donald Trump, per il semplice fatto che viene subito definito tycoon, ma nel corso del lungometraggio scopriamo che è un cittadino senza nazionalità per sfuggire alle istituzioni che vorrebbero condannarlo (un po’ come l’innominato de I promessi sposi) e il fatto che continua a restare illeso nonostante i tanti attentati… beh, non ricorda forse l’indistruttibile signor Burns de I Simpson?
Ma più che un film politico La trama fenicia si può definire come una favola politica o satirica. Questo perché la continua e geniale comicità alleggeriscono il tutto (e di questo il cinema ne ha bisogno più che mai al momento), ma anche per il fatto che ci troviamo di fronte a una nuova storia a lieto fine di Wes Anderson, con un finale che ricorda molto Canto di Natale di Charles Dickens. Un lungometraggio che molto probabilmente lo spettatore apprezzerà e capirà maggiormente dopo una seconda visione, perché è difficile cogliere alla prima occasione tutti i particolari visivi (oltre alle scenografie ci sono tanti costumi, oggetti di scena ed insetti interessanti) e la genialità di certi dialoghi e monologhi.

La trama fenicia era dunque un film particolarmente complicato da doppiare, soprattutto in occasione delle (frequenti) scene in cui i personaggi litigano tra di loro. C’era il rischio che le voci risultassero incomprensibili o al limite dei brusii, ma la direzione di Gianni Galassi (alla prima lavorazione di un prodotto targato Wes Anderson) è stata assolutamente all’altezza della situazione, rendendo il tutto quanto veritiero e orecchiabile. Merito anche degli attori coinvolti, tutti professionisti e degni di un compito così importante. Benicio Del Toro è stato affidato nuovamente (l’ultima volta proprio in The French Dispatch) a Francesco Prando, che nella nostra versione lo sentiamo recitare sia in italiano che in francese. Un particolare elogio anche per Davide Perino, dato che Micheal Cera a un certo punto del lungometraggio cambia completamente interpretazione, vista la repentina evoluzione del suo personaggio, mentre la scelta più particolare è stata quella di Chiara Gioncardi su Scarlett Johansson. A differenza di Asteroid City, ne La trama fenicia non ci sono altre attrici doppiate abitualmente da Domitilla D’Amico, ma Galassi ha preferito mantenere la Gioncardi per via della sua interpretazione malinconica della Johansson, già sentita appunto nel film del 2023. Il resto del cast principale è formato da altri grandi voci del calibro di Emanuela Ionica (Mia Threapleton), Gabriele Sabatini (Riz Ahmed), Angelo Maggi (Tom Hanks), Stefano De Sando (Bryan Cranston), Franco Mannella (Mathieu Amalric), Nanni Baldini (Richard Ayoade), Paolo Marchese (Jeffrey Wright), Simone D’Andrea (Benedict Cumberbatch), Stefano Crescentini (Rupert Friend), Franca D’Amato (Hope Davis), Claudia Catani (Charlotte Gainsbourg), Luca Biagini (Bill Murray), Mario Cordova (Willem Dafoe), Bruno Alessandro (F. Murray Abraham) e Sveva Lucentini (Beatrice Campbell).
VALERIO BRANDI